Le notizie che arrivano giornalmente sul fronte crisi energetica sono sempre più allarmanti, i prezzi continuano a salire mese dopo mese, a questo si aggiunge un’inflazione galoppante. L’effetto degli aumenti su materie prime, prodotti finiti, merci e energia per le imprese può essere catastrofico e portare anche alla chiusura dell’attività, cosa che sta già accadendo.
Queste le stime previste da Confcommercio e NE sulla base dei prezzi di aprile 2022 rispetto allo stesso mese del 2021 e le previsioni sui prezzi di gas ed energia elettrica per l’autunno non prevedono miglioramenti, anzi…
Spesa per energia elettrica
Fonte: elaborazione Confcommercio e NE (Nomisma Energia) – www.confcommercio.it
Spesa per gas
Fonte: elaborazione Confcommercio e NE – www.confcommercio.it
Vediamo di seguito qualche consiglio per cercare di far fronte alla situazione.
Mercato libero e mercato tutelato.
Per i prossimi mesi dell’anno è prevista una vera e propria stangata con una previsione di aumento dei prezzi dell’energia elettrica del 59% ma solo per le famiglie e le imprese che hanno un contratto nel mercato tutelato.
Ma che cos’è il “mercato tutelato”? E quali sono le differenze con il “mercato libero”?
Il mercato tutelato è stato per anni l’unica possibile scelta per i consumatori, fino alla liberalizzazione. La caratteristica principale di questa tipologia di contratti è che le condizioni economiche sono imposte e fissate trimestralmente dall’ ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti).
Il mercato libero è frutto della liberalizzazione avviata circa 20 anni fa e prevede che i prezzi siano stabiliti dalle singole società elettriche libere quindi di proporre i loro prezzi sul mercato.
Quindi, passare ad un contratto nel mercato libero in questo momento può portare ad un risparmio sulla spesa per l’energia elettrica. Infatti, mentre nel mercato libero il prezzo viene fissato per un determinato periodo di tempo e non subisce variazioni, nel mercato tutelato il prezzo varia ogni tre mesi.
Sfrutta gli aiuti del governo.
Anche il governo infatti sta mettendo in atto delle misure per far fronte alla situazione con particolare attenzione alle imprese. Il recente Decreto Aiuti-ter ha ampliato la platea delle imprese beneficiarie dell’aiuto previsto dal precedente Aiuti-bis riducendo il requisito che riguardava il consumo di energia.
Così facendo potranno accedere al bonus anche le piccole imprese non energivore. In particolare è previsto un credito d’imposta del 30% sul consumo di energia elettrica per le imprese dotate di contatore con potenza disponibile pari a 4,5 kW e che avranno registrato un aumento del prezzo del 30% nei mesi di ottobre e novembre 2022 rispetto agli stessi mesi del 2019.
Per il gas il credito d’imposta è del 40% con lo stesso requisito dell’aumento del prezzo per il periodo ottobre/novembre 2022 rispetto al 2019.
Oltre ai crediti d’imposta sarà possibile ottenere dei prestiti a zero commissioni presso gli istituti bancari per coprire i costi delle bollette di energia elettrica e gas.
La situazione per le imprese non è di certo semplice, l’impatto degli aumenti sulla liquidità è importante, l’incertezza regna sovrana e prendere le giuste decisioni è diventato molto difficile ma nonostate questo la più saggia delle scelte è quella di prevenire valutando le possibili opzioni a diposizione, sfruttando ad esempio gli aiuti di stato, cambiando tipologia di contratto, cambiando i prezzi di vendita (a quale costo in termini di clientela persa?) o ridimensionando alcuni costi. In tutto questo l’aiuto di un buon consulente può essere determinante, che ne pensi?