Se sei un giovane avvocato in procinto di aprire il tuo studio come professionista questo articolo fa al caso tuo, vedremo infatti quali sono gli adempimenti necessari per avviare l’attività di avvocato.

L’avvocato è una delle professioni con albo, questo significa che per poter esercitare è necessario fare un tirocinio, superare un esame di stato per abilitarsi e iscriversi successivamente all’albo tenuto dal Consiglio Nazionale Forense.

Come per tutte le attività il primo passo per iniziare è l’apertura della partita iva, adempimento fiscale obbligatorio e necessario per comunicare all’Agenzia delle Entrate l’inizio dell’attività. Questa comunicazione avviene tramite l’invio del modello AA9/12 entro 30 giorni dalla data di inizio dell’attività. Una volta trasmesso il modello, telematicamente tramite un commercialista o di persona presso gli uffici sul territorio, l’Agenzia delle Entrate invia una ricevuta in cui sarà presente anche il tuo numero di partita iva.

Per poter compilare correttamente il modello AA9/12 avrai bisogno di alcuni dati che riguarderanno nello specifico l’attività che svolgerai ma anche il regime fiscale che intendi adottare ed è quindi molto importante non sbagliare.

Per iniziare, tralasciando i dati anagrafici, dovrai stabilire la sede del tuo studio. Ti verrà infatti chiesto quale sarà l’indirizzo della sede della tua attività, a proposito, sapevi che in questo caso puoi esercitare anche presso la tua abitazione? Ebbene si, se non hai un ufficio dedicato puoi indicare l’indirizzo di casa. Se vuoi maggiori dettagli su questo argomento ti consiglio di leggere questo articolo dedicato https://www.simonebottiglia.it/lavorare-da-casa-con-la-partita-iva/!

Atro dato importante da inserire del modello è quello del codice ATECO. Il codice Ateco identifica il tipo di attività che vuoi avviare e nel tuo caso specifico dovrai indicare il codice 69.10.10 “attività degli studi legali”. Indicando questo codice potrai svolgere l’attività di:

  • difesa degli interessi di una parte nei confronti di un’altra parte effettuata da (o sotto la direzione di) persone abilitate ad esercitare la professione forense, innanzi a un tribunale o altro organo giudiziario, e in particolare: l’assistenza e rappresentanza nei processi civili, l’assistenza e rappresentanza nei processi penali, l’assistenza e rappresentanza in materia di controversie del lavoro
  • attività di consulenza giuridica e legale

Dovrai infine scegliere il regime fiscale che vorrai utilizzare e il regime forfettario è probabilmente la scelta migliore almeno per i primi anni di attività.

Con il regime forfettario avrai una serie di semplificazioni nella gestione della partita iva ma anche per il calcolo delle imposte infatti non è prevista l’applicazione dell’iva e delle ritenute sulle fatture che emetti ai clienti inoltre fino a 25000 euro di ricavi e compensi sei esonerato fino al 2024 dall’emissione della fattura in formato elettronico.

Per sapere come si calcolano le imposte nel regime forfettario e quali sono le scadenze ti invito a leggere questi articoli: https://www.simonebottiglia.it/risparmiare-con-il-regime-forfettario/ https://www.simonebottiglia.it/regime-forfettario-le-scadenze-da-ricordare/.

Se non hai i requisiti per poter accedere al forfettario dovrai scegliere il “regime semplificato” che prevede maggiori adempimenti e maggiori costi ma può avere i suoi vantaggi, il consiglio è sempre quello di affidarsi ad un commercialista per valutare quale regime fiscale è più conveniente nel tuo specifico caso.

Tra i costi che dovrai sicuramente sostenere rientrano i contributi previdenziali. Quella dell’avvocato è una delle professioni per le quali è stato costituito una cassa previdenziale, nello specifico la Cassa Forense.

Nel momento in cui apri la partita iva come professionista sei obbligato all’inscrizione alla Cassa Forense alla quale verserai i contributi ai fini pensionistici. I contributi da versare sono:

  • contributo soggettivo: calcolato in percentuale sul reddito professionale prodotto nell’anno
  • contributo integrativo: pari al 4% del tuo volume d’affari ovvero del fatturato dell’anno

Ogni anno verserai alla Cassa dei contributi minimi e fissi, l’anno successivo tramite autoliquidazione verserai i contributi che eventualmente eccedono il minimo già versato. Per poter liquidare i contributi eccedenti il minimo devi inviare una dichiarazione, il cosiddetto “Modello 5”, generalmente entro la fine di luglio, nella quale comunichi i tuoi dati reddituali riferiti all’anno precedente quindi per esempio a luglio 2023 invierai i dati sui redditi prodotti nel 2022.

Per concludere, come vedi, gli adempimenti sono molti, gli errori sono dietro l’angolo e possono costare caro, ti consiglio quindi di affidarti ad un esperto della materia che saprà consigliarti e seguirti in tutta la fase di avvio.

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