Se stai pensando di avviare la tua attività, per dare vita alla tua idea di business “mettendoti in proprio” ti sarai sicuramente chiesto come aprire la partita iva ma soprattutto cosa comporta, quali costi dovrai sostenere e se sei veramente obbligato ad aprirla.

La partita iva è necessaria in tutti i casi in cui si esercita un’attività professionale con continuità e abitudine, quando mancano questi requisiti ovvero per tutte le attività sporadiche e non assoggettate al coordinamento del datore di lavoro avremo la figura del contratto di lavoro autonomo occasionale prevista dall’art. 2222 del codice civile.

Di per sé l’apertura della partita iva non comporta costi iniziali, è necessario infatti inviare all’Ag. Delle Entrate un’apposito modello (AA9/12) da inviare entro 30 giorni dall’inizio dell’attività; i documenti necessari sono la carta d’identità e il codice fiscale.

I costi sono relativi invece alla comunicazione alla Camera di Commercio e al SUAP (l’ufficio attività produttive del comune in cui avrà sede la tua attività) qualora questa sia necessaria, non sempre infatti occorre questo tipo di comunicazione e questo dipende dall’attività che andrai a svolgere.

L’ISCRIZIONE IN CAMERA DI COMMERCIO

Sono obbligati ad iscriversi presso la Camera di Commercio gli esercenti attività di impresa, le ditte individuali e gli artigiani. In questo caso l’inizio attività dipende dall’invio della cosiddetta “Comunicazione Unica”, con l’invio di questa comunicazione si assolvono gli adempimenti richiesti dai vari enti con un’unica trasmissione:

 – per l’iscrizione al Registro delle Imprese e il SUAP per le attività soggette a SCIA (ad esempio per un sito di e-commerce o per i negozi in genere)

– per l’iscrizione all’INPS e all’INAIL

– per l’apertura della P.iva

In questi casi i costi amministrativi relativi alla pratica senza ulteriori requisiti (vedi settore alimentare) sono di poche decine di euro per il pagamento della marca da bollo e dei diritti di segreteria al Comune dove si presenta la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) e 53€ per il diritto annuale della Camera di Commercio. I costi aumentano se la pratica è relativa ad esempio all’avvio di una attività in forma societaria.

Nella compilazione del modello da inviare all’Agenzia delle Entrate sarà necessario scegliere la forma sociale con cui esercitare la professione, l’idoneo regime contabile e il corretto codice ATECO che identificherà l’attività che andrai a svolgere per questo ti consiglio fortemente di rivolgerti ad un commercialista per evitare errori e poter sbrigare la pratica nel minor tempo possibile.

Per la scelta dell’idoneo regime contabile ti rimando agli articoli dedicati: “RISPARMIARE CON IL REGIME FORFETTARIO” e “IL REGIME SEMPLIFICATO”

I CONTRIBUTI PREVIDENZIALI

Come detto, una volta aperta la p.iva sarà necessario versare i contributi e anche in questo caso avremo degli obblighi differenti a seconda dell’attività che svolgiamo ovvero:

– liberi professionisti

– artigiani e commercianti

Gli artigiani e commercianti sono tenuti ad iscriversi alla “Gestione Artigiani e Commercianti” presso l’INPS e verseranno due tipologie di contributi, “fissi” e “variabili”.

I contributi fissi sono definiti tali perché sono dovuti anche se nell’anno avrai fatturato zero, e sono pari a 3.850€ per redditi fino a 15.953€. Questo significa che se nell’anno avrai un reddito inferiore a 15.953€ verserai 3.850€ in 4 rate trimestrali di pari importo, 962,50€, con scadenze 15/05, 20/08, 16/11 e 16/02.

Se invece nell’anno avrai un reddito superiore a 15.953€ verserai i contributi “variabili” in percentuale sulla parte di reddito che eccede il minimo. Quindi se il reddito è di 20.000€ verserai 3.850€ (contributi fissi) + 930,81€ (contributi variabili)= 4.780,81€ dove 930,81€ sono pari al 23% del reddito che eccede il minimo (20.000-15.953 = 4.047, 4.047 x 0,23 = 930,81).

I liberi professionisti sono tenuti all’iscrizione alla “Gestione Separata” INPS, entro 30 gg dall’apertura della P.iva, ad eccezione di quelle categorie per le quali è stata istituita una specifica Cassa Previdenziale come ad esempio: commercialisti, medici, avvocati, infermieri, agenti e rappresentanti di commercio, psicologi, architetti etc etc.

I contributi da versare alla “Gestione separata” sono calcolati in percentuale sul reddito (circa il 25%) e si versano insieme alle imposte entro il 30/06 e 30/11 di ogni anno.

NEGLI ANNI SUCCESSIVI AL PRIMO

I costi fissi che dovrai sostenere annualmente per tenere aperta la p.iva, anche se non fatturi, saranno, per una ditta individuale:

  • Il diritto annuale della Camera di Commercio che abbiamo detto essere di 53€
  • I contributi fissi INPS pari a 3.850€ per redditi fino a 15.953€

Per un professionista invece i costi fissi, saranno quelli relativi al rinnovo dell’iscrizione presso l’ordine (se previsto per l’attività che svolgi) oltre al versamento dei contributi alla Cassa previdenziale di appartenenza (se prevista per l’attività che svolgi).

Se desideri avere maggiori informazioni sull’argomento ti invito a consultare gli altri articoli sul mio blog e a contattarmi, la prima consulenza è gratuita!