Mettersi in proprio come professionista, commerciante o artigiano aprendo la partita iva è una scelta importante ed obbligata se si vuole dare vita alla propria idea imprenditoriale e di business e proprio per questo è bene valutare con attenzione sin dall’inizio quali saranno i costi fiscali da affrontare per evitare sorprese o incorrere in errori che possono costare molto.

Come anticipato nell’articolo “APRIRE LA PARTITA IVA, COME SI FA E QUANTO COSTA” , nel momento in cui invieremo la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dovrai scegliere il regime fiscale da utilizzare.

Per un libero professionista o una ditta individuale le scelte sono principalmente due, il regime forfettario, oggetto di questo articolo e il regime semplificato.

Cos’è il Regime Forfettario?

Il regime forfettario è un regime fiscale che prevede delle agevolazioni fiscali e una semplificazione nella gestione della contabilità e nasce con l’obiettivo di agevolare principalmente la fase di “start up” ossia la fase di avvio di una attività economica, ma non solo.

Chi può utilizzare questo regime fiscale?

I soggetti interessati sono titolari di partita iva nella forma di professionisti o ditte individuali che hanno conseguito ricavi o compensi, nell’anno solare precedente, non superiori a 65.000€.

Sono invece esclusi dal regime coloro che:

  • Nel biennio precedente erano assunti come dipendenti o collaboratori e vogliono svolgere l’attività in maniera prevalente nei confronti del precedente datore di lavoro
  • Nell’anno precedente ha percepito reddito da lavoro dipendente o assimilato (ad esempio la pensione)  superiore a 30.000€
  • Nell’anno precedente, hanno sostenuto spese per lavoratori dipendenti superiori a 20.000€
  • Partecipano a società o associazioni professionali o controlla srl che svolgono attività riconducibile a quella del socio persona fisica

Quali sono i vantaggi?

Il principale vantaggio è costituito dall’applicazione di una “imposta sostitutiva” ossia un’imposta che sostituisce l’IRPEF, nella misura del 5 o 15%, in seguito vedremo in quali casi è applicabile l’imposta al 5%.

Oltre questo il soggetto in regime forfettario:

  • Non è soggetto agli ISA (ex studi di settore)
  • Sono esonerati dagli obblighi di registrazione e tenuta delle scritture contabili
  • non addebitano l’Iva in fattura ai propri clienti né detraggono l’imposta assolta sugli acquisti
  • sono esonerati dagli obblighi di liquidazione e versamento dell’IVA e di presentazione della dichiarazione IVA annuale
  • non sono tenuti a registrare le fatture emesse, i corrispettivi e gli acquisti mentre devono numerare e conservare le fatture di acquisto, le bollette doganali e certificare i corrispettivi
  • non devono applicare le disposizioni relative all’obbligo di fatturazione elettronica ( per i corrispettivi è comunque previsto l’obbligo del registratore di cassa telematico per l’invio giornaliero all’Agenzia delle Entrate)
  • non sono soggetti alla ritenuta d’acconto in relazione ai ricavi o compensi percepiti. A tal fine, devono rilasciare un’apposita dichiarazione al sostituto per attestare che si tratta di reddito soggetto a imposta sostitutiva.

E in fase di Start-up?

In fase di Start-up, cioè all’apertura della partita iva, se ricorrono queste condizioni, l’aliquota passa al 5% e può essere mantenuta per i primi 5 anni di esercizio, dal sesto anno si passerà infatti al 15%.

È necessario:

  • non aver esercitato, nei tre anni precedenti all’apertura della partita IVA, un’altra attività di impresa, artistica o professionale (anche in forma associata o familiare)
  • L’attività deve essere “nuova”, nel senso che non deve essere la mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta come lavoratore dipendente o assimilato (sono esclusi i periodi di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni, ad esempio il tirocinio da avvocato o commercialista)

Meglio a gennaio o nei primi mesi dell’anno

Si, è più conveniente aprire la partita iva in regime forfettario nei primi mesi dell’anno e questo perché ti permette di massimizzare tutti i vantaggi fiscali di questo particolare regime.

I primi 5 anni di aliquota al 5% vengono considerati a partire dall’anno in cui è stata aperta la p.iva indipendentemente dal mese per cui se aprirai la p.iva a dicembre verrà considerato l’intero anno come primo anno di agevolazione e potrai sfruttarne così soltato 4; aprendo la p.iva a gennaio avrai il primo anno pieno oltre ai successivi 4 e potrai così avere il maggiore vantaggio dal punto di vista fiscale.

Per maggiori dettagli sull’apertura della P.Iva ti invito a leggere il mio articolo “APRIRE LA PARTITA IVA, COME SI FA E QUANTO COSTA”

Quante tasse pago con il regime forfettario?

Veniamo ora al succo della questione, che è quello che ci interessa maggiormente.

La particolarità di questo regime fiscale, dalla quale prende il nome “forfettario”, è costituita dal fatto che il reddito viene calcolato applicando ai ricavi o compensi ricevuti nell’anno un coefficiente di redditività, differente per tipologia di attività esercitata (si fa riferimento a tabelle distinte per CODICE ATECO).

Il coefficiente di redditività rappresenta i costi teorici che vengono riconosciuti al tipo di attività che svolgi.

In questo modo i costi saranno dedotti dai ricavi non in modo analitico come avviene nei regimi ordinari (fattura per fattura) bensì a “forfait” appunto.

Gli unici costi che rimangono deducibili analiticamente sono quelli per i contributi previdenziali.

ESEMPIO PRATICO (il caso di un professionista):

Fatturato 2019 = 50.000€

Coefficiente di redditività = 78% (specifico per questa attività)

Reddito lordo = 50.000 x 0,78 = 39.000€

Contributi INPS versati  = 4.000€

Reddito netto (da tassare) = 39.000€ – 4.000€ = 35.000€

Imposta = 35.000 x 0,15 = 5.250€ (con aliquota 15%)

                                 35.000 x 0,05 = 1.750€ (con aliquota start-up 5%)

Come puoi ben vedere la scelta di questo particolare regime fiscale è molto vantaggiosa in fase di apertura della partita Iva, applicando cioè l’aliquota agevolata del 5%, e questo permette di avere un risparmio fiscale e di destinare maggiori risorse agli investimenti necessari per avviare la tua attività.

Attenzione però, non sempre infatti la scelta di questo regime è conveniente.

Ci sono casi in cui potrebbe risultare più conveniente la scelta del regime semplificato che prevede si maggiori oneri (vedi i versamenti periodici dell’IVA e la conseguente dichiarazione o la tenuta dei registri acquisti e vendite) e l’applicazione delle aliquote per scaglioni dell’IRPEF ma ci permette di utilizzare le detrazioni previste proprio per questa tipologia di imposta.

Stiamo parlando delle detrazioni per coniuge a carico, figli a carico, per lavoro dipendente o assimilato, per spese mediche o per gli interessi passivi del mutuo sulla prima casa, dell’ecobonus, etc etc…

Queste detrazioni sono previste dalla disciplina per il calcolo dell’IRPEF ed escluse per il regime forfettario.

Proprio per questo motivo è necessario valutare caso per caso le diverse situazioni attraverso delle simulazioni.

Per maggiori dettagli sul regime semplificato ti invito a leggere l’articolo “IL REGIME SEMPLIFICATO”

Contattami per una prima consulenza gratuita a riguardo, possiamo valutare insieme la tua situazione personale e scegliere la soluzione che ti permette di risparmiare.