Il 2020 è stato sicuramente un anno particolare per quanto riguarda le abitudini di acquisto delle persone a causa della pandemia e dell’impossibilità di avere contatti diretti con i clienti, sia per le chiusure forzate dei negozi fisici sia per la tendenza delle persone a limitare il più possibile i contatti.

Tutto questo ha spinto le persone verso l’acquisto online facendo diventare l’e-commerce un settore molto interessante per chi intende avviare una propria attività ma anche per chi, gestendo un negozio fisico, intende aumentare il proprio fatturato.

Sia chiaro, aprire un negozio online richiede impegno, come del resto una qualsiasi attività imprenditoriale, e una attenta valutazione iniziale, come vedremo, perché la concorrenza è forte ed è importante strutturare sin dall’inizio l’organizzazione interna.

APRIRE LA PARTITA IVA

Per aprire un negozio on-line non sono necessarie autorizzazioni preventive, è necessario invece valutare se è il caso di aprire la partita iva; se le operazioni che effettuerai non sono abituali, se l’attività non è continuativa potrai evitare di aprirla ritenendosi l’attività una prestazione occasionale.

Questa valutazione può essere piuttosto delicata per questo ti consiglio di affidarti ad un professionista che potrà darti tutte le informazioni utili.

È bene precisare che se devi aprire la partita iva questa è un’operazione preliminare e deve essere fatta prima che inizi la tua attività, non puoi avviare il tuo business, vedere come va e poi aprire la p.iva!

Ricorda sempre che puoi aprire la partita iva con il regime forfettario che ti permette di avere agevolazioni fiscali e contributive purchè si rispettino determinati requisiti:

– Compensi annuali inferiori a 65.000 euro

– Se sei anche lavoratore dipendente puoi accedere al forfettario se il reddito derivante dal rapporto dipendente è inferiore a 30.000 euro

I vantaggi sono:

– Aliquota al 5% per i primi 5 anni di attività

– Aliquota al 15% per gli anni successivi al quinto (invece del 23% minimo del regime semplificato)

– Non sei soggetto a IRPEF, IRAP e addizionali

– Possibilità di ridurre i contributi INPS del 35%

– Non sei soggetto agli ISA (Indicatori Sintetici di Affidabilità)

– Non dovrai addebitare l’Iva nelle fatture che emetti, dovrai numerarle progressivamente e conservarle

– Non potrai dedurre i costi in modo analitico (fattura per fattura), i costi sono calcolati appunto in modo “forfettario”

– Non sei obbligato all’emissione della fattura in formato elettronico

Per approfondire maggiormente questo argomento ti consiglio di leggere l’articolo dedicato “Come risparmiare con il regime forfettari”

REGIME IVA PER VENDITE UE

Uno dei vantaggi dell’e-commerce è quello di poter raggiungere più clienti, anche al di fuori dell’Italia, questo comporta una serie di adempimenti aggiuntivi che dovrai rispettare.

È necessario infatti iscriversi al VIES (Vat Information Exchange System).

Inoltre se venderai ad altri operatori economici in un paese UE (il cosiddetto B2B) dovrai applicare il reverse charge sulle fatture di vendita.

Il reverse charge o “inversione contabile” è un particolare meccanismo applicato ai fini IVA in base al quale si sposta l’onere tributario dal venditore all’acquirente quindi, come venditore emetterai fattura senza iva mentre come acquirente dovrai integrare la fattura d’acquisto ed applicare l’imposta.

Se invece venderai ad un consumatore finale (il cosiddetto B2C) la situazione ai fini IVA è più complessa; in questo caso infatti dal 1 luglio 2021 entreranno in vigore nuove norme per il commercio elettronico diretto e indiretto in ambito intracomunitario, tutte queste operazioni saranno soggette a IVA nello Stato di destinazione nel caso in cui sia superata, per ogni periodo d’imposta, la soglia di 10.000 euro, si applicherà il cosiddetto regime del One Stop Shop (OSS).

In poche parole dovrai applicare l’aliquota iva del paese di destinazione della merce o servizio ma potrai versarla in Italia senza dover aprire partita iva in quel paese.

ADEMPIMENTI E COSTI

Gli adempimenti burocratici sono gli stessi di quelli necessari per avviare un’attività come commerciante, i passi necessari sono i seguenti:

– Apertura p.iva, da richiedere all’agenzia delle entrate

– Comunicazione all’INPS (verrai iscritto alla gestione commercianti)

– Presentazione della SCIA in Comune

– Iscrizione alla Camera di Commercio

– Iscrizione al VIES, Vat Information Exchange System (se intendi operare con paesi europei)

I costi che dovrai sostenere comprendono:

– i diritti di segreteria per la pratica al Comune,

– l’apertura della partita iva

– il diritto annuale della Camera di Commercio che in caso di ditta individuale è di 53 euro.

Come ti ho anticipato oltre ai costi “burocratici” necessari per avviare l’attività sarà necessario effettuare un’ attenta valutazione preliminare del progetto e del mercato in cui vorrai operare.

In base al prodotto o servizio che vuoi vendere bisognerà fare un’analisi di mercato, capire il prezzo di acquisto attraverso un primo contatto con i fornitori, definire la struttura organizzativa interna e trovare una struttura idonea per poter gestire il magazzino.

Si, anche questi sono costi e dovrai valutarli per poter stabilire di conseguenza il prezzo di vendita del tuo prodotto o servizio.

Con questo articolo spero di averti dato le informazioni di base che è necessario conoscere prima di intraprendere questo tipo di attività.

Posso offrirti una consulenza completa che va dalla valutazione iniziale del tuo progetto alla consulenza contabile e fiscale necessaria per gestire correttamente il tuo e-commerce.

Se vuoi avere maggiori informazioni e approfittare della prima consulenza gratuita ti invito a contattarmi!